Abruzzo, rivoluzione in vista delle prossime elezioni politiche per eleggere Deputati e Senatori
Rivoluzione in vista delle prossime votazioni per quanto riguarda l'elezione di deputati e senatori in Abruzzo. L'Abruzzo passerà da 14 a 9 deputati e da 7 a 4 senatori in virtù del taglio degli onorevoli eletti. Sparirà, inoltre, per la Camera il collegio uninominale di Teramo. E per la prima volta nella storia italiana la popolazione viene chiamata alle urne nel mese di settembre per eleggere i propri rappresentanti in quella che sarà la 19° legislatura.
Venerdì 29 Luglio 2022
Rivoluzione in vista delle prossime votazioni per quanto riguarda l'elezione di deputati e senatori in Abruzzo. L'Abruzzo passerà da 14 a 9 deputati e da 7 a 4 senatori in virtù del taglio degli onorevoli eletti. Sparirà, inoltre, per la Camera il collegio uninominale di Teramo. E per la prima volta nella storia italiana la popolazione viene chiamata alle urne nel mese di settembre per eleggere i propri rappresentanti in quella che sarà la 19° legislatura.
"Quella che si prospetta sarà un’estate rovente non solo per le temperature percepite in questi giorni - dichiara Luca Ciafardoni, coordinatore provinciale di Forza Italia giovani e coordinatore comunale di Forza Italia a Mosciano - Da qui al 25 settembre, infatti, partiti, ministeri e istituzioni governative si trovano a dover affrontare scadenze e step necessari e improrogabili per arrivare alle urne.
In tanti, e in diverse occasioni, dicevano di cambiarla, ma si voterà ancora una volta con la legge elettorale denominata Rosatellum, che prevede un sistema misto: circa un terzo dei seggi del Parlamento viene eletto con il sistema maggioritario, in scontri diretti nei collegi uninominali, i restanti due terzi con un sistema proporzionale.
A seguito della vittoria del Sì al referendum (con questa riforma ogni cittadino risparmierà ben 50 centesimi. Quasi un caffè!!!) del settembre scorso però, l’Abruzzo passerà da 14 a 9 deputati e da 7 a 4 senatori, in virtù del taglio degli onorevoli eletti del 36%: accadrà anche che per la Camera sparirà il collegio uninominale di Teramo. Smembrato e accorpato per metà con il collegio di Pescara, per l’altra metà con quello dell’Aquila. Mentre il collegio uninominale di Vasto perderà la sua autonomia, e sarà unificato a quello Chieti. In più sparisce per il Senato il collegio uninominale di Chieti-Pescara e Teramo-L’Aquila, a favore di un unico bacino elettorale. Nel nuovo assetto dei collegi uninominali per la Camera, la popolazione della provincia dell’Aquila inciderà su quella complessiva del collegio per il 69,8% e quella della provincia di Teramo per il complementare 30,2%.
Aver votato Sì ha portato semplicemente all’indebolimento della rappresentanza della provincia di Teramo. Il nuovo collegio, uscito fuori dai lavori parlamentari vede il territorio spaccato in due: la zona interna viene accorpata al collegio dell'Aquila e la zona costiera a quello di Pescara. Un colpo mortale alla democrazia parlamentare. Tutto ciò ha come conseguenza che la provincia di Teramo in termini di rappresentanza parlamentare scompare. E’ assai improbabile che il territorio teramano possa riuscire ad eleggere un proprio rappresentante. I candidati eletti saranno quasi sicuramente espressione delle zone più popolose (la provincia di Pescara e la provincia dell'Aquila) che nulla hanno a che vedere con i nostri territori. Per l’esattezza sarà ricompresa nel collegio “L’Aquila”, tutta l’area interna, a cominciare dal capoluogo di provincia Teramo e a seguire i Comuni di Ancarano, Basciano, Bellante, Campli, Canzano, Castel Castagna, Castellalto, Castelli, Cellino Attanasio, Cermignano Civitella del Tronto, Colledara, Cortino, Crognaleto, Fano Adriano, Isola del Gran Sasso d’Italia, Montorio al Vomano, Penna Sant’Andrea, Pietracamela, Sant’Egidio alla Vibrata, Torricella Sicura, Tossicia, Valle Castellana. Entra invece a far parte del collegio “Pescara” la costa teramana, a cominciare dai popolosi comuni di Alba Adriatica, Giulianova, Martinsicuro, Pineto, Roseto degli Abruzzi, Tortoreto e Silvi, poi a seguire, Arsita, Atri, Bisenti, Castiglione Messer Raimondo, Castilenti, Colonnella, Controguerra, Corropoli, Montefino, Morro d’Oro, Mosciano Sant’Angelo, Nereto, Notaresco, Sant’Omero e Torano Nuovo.
Su questo tema all’epoca Forza Italia diede, trattandosi di scelta di rango costituzionale, libertà di voto al suo elettorato. Occorre sottolineare tuttavia che il 90% dei simpatizzanti di Forza Italia abbracciò la scelta del No, sul presupposto che non occorreva stravolgere la Costituzione e di conseguenza la rappresentanza dei territori per evitare che i catapultati fossero fatti salvi nei collegi di comodo. Bastava ed era necessario creare una riforma elettorale che sostenesse il binomio merito-territorio oltre che dimezzare gli stipendi faraonici ed i cosiddetti privilegi”.
Serafino Di Monte